Ogni comunità, di qualsiasi tipo, entità e importanza, ha la necessità di fermare il tempo produttivo interrompendolo con momenti di festa, celebrazione e gioco. Pur originandosi naturalmente, questi episodi però assumono un significato sociale davvero suggestivo . Rinsaldano legami, aiutano l’abbraccio dell’altro con l’altro,celebrano, ricordano mentre le storie di ognuno si intersecano e si uniscono con quelle degli altri. Nelle feste, quelle vere, quelle da non confondersi con il puro divertimento che ha modificato completamente questo significato originale, si ringrazia, si accoglie si ritrovano riti e gesti, simboli e significati. Viene da se che in periodi come questo, dove il consumo e la continua ricerca dell’inutile e del superfluo, riprendere pratiche e abitudini che uniscano e diffondano reciprocità non può che essere apprezzato. E di questo ne siamo assolutamente certi. Sapete perché? Perché ieri nei giardini delle Cliniche Doneddu c’è stata una festa. Circa duecento presenze fatte di bambini, ragazzi adulti e anziani hanno partecipato al primo incontro di mezza estate delle Cliniche Doneddu con il territorio perché avvicinare le distanze con la gente della propria terra vuole dire molte cose, se non tutto in termini di appartenenza e di cultura. E ci siamo davvero riusciti. Il primo indicatore di soddisfazione è stato rilevato nella fase organizzativa. Il gruppo ha lavorato nella preparazione all’ospitalità, lo ha fatto senza segnare il tempo , nella emozione di vedere arrivare di li a poco tante persone ad apprezzare l’evento. Ecco che le feste sono anche un importante momento di unione per le organizzazioni che dovrebbero, invece di impostare i propri uffici con stili in tendenza “open space”, adoperarsi per creare senso di comunità attraverso queste manifestazioni. La notte non sembrava mai finire, le mille candele ci hanno aiutato a vivere in un’atmosfera pulita e intima. Una festa così bella in un luogo di terapie. Una vera emozione. La cura inizia da qui.